Lafayette Park / Detroit – La forma dell’insediamento

Responsabile Scientifico Adalberto Del Bo

La Casa dell’Architettura è lieta di invitarla mercoledì 19 marzo alle ore 17.30 alla inaugurazione della mostra LAFAYETTE PARK / DETROIT La forma dell’insediamento
Responsabile Scientifico Adalberto Del Bo

Invito | Locandina

MOSTRA 19.03 › 26.04.2014 dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 18.
Sabato ore 9.30-12.30 – 1° Sabato del mese e domenica chiuso.

INAUGURAZIONE mercoledì 19 marzo 2014 ore 17.30

A CURA DI
Francesca Scotti

SALUTI
Livio Sacchi Presidente Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia

INTRODUZIONE
Alfonso Giancotti Presidente CTS Casa dell’Architettura

RELATORI
Luca Ortelli / Adalberto Del Bo / Orazio Carpenzano

L’insediamento di Lafayette Park a Detroit (1955-1960) è frutto del lavoro comune, nel pieno della maturità, di Ludwig Mies van der Rohe e Ludwig Hilberseimer con la collaborazione dell’allievo paesaggista Alfred Caldwell e di Herbert Greenwald, il giovane intellettuale promotore dell’iniziativa. I due maestri tedeschi, insieme nel Bauhaus berlinese e rifugiati in USA dal 1938, hanno lungamente collaborato all’IIT di Chicago dove Mies van der Rohe dirigeva la scuola di architettura e Hilberseimer il Department of City and Regional Planning.

Il progetto di Detroit riguardava la trasformazione di una vasta area centrale (già occupata da uno slum) con l’obiettivo di riportare nella Motor City gli abitanti della middle-class attirati nei sobborghi da una vita più sicura e tranquilla resa possibile dall’automobile. Un problema ancora attuale per la Detroit di oggi – simbolo mondiale delle ‘shrinking cities’ – dove Lafayette Park spicca come sede di una comunità stabile e ben radicata nell’idea urbana che prevede un genere di vita a mezza strada tra la città e la campagna dove l’artificio, geometricamente definito nella sua ferrea precisione, si colloca nella natura secondo rapporti armonici e dove alla perfezione della natura corrisponde quella inseguita nell’artificio.

L’organizzazione di Lafayette Park ordina i principi messi a punto dalla ricerca di Hilberseimer: 1. costruzione della città attraverso l’impiego di tipi misti (unicamente edifici alti e bassi), 2. eliminazione del traffico automobilistico di attraversamento e sua riduzione all’interno dell’insediamento, 3. estesa presenza di spazi naturali, 4. accesso pedonale da casa a parchi, scuole e strutture collettive senza dover attraversare strade; 5. attenzione all’energia, all’orientamento degli edifici e alle ombre portate sulle altre abitazioni.

La Mostra qui presentata é frutto del lavoro di un gruppo di docenti, studenti e dottorandi della Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano che a partire dagli ultimi anni del 900’ si é dedicato con continuità allo studio dello sviluppo dell’idea di città sviluppata da Ludwig Hilberseimer di cui Lafayette Park – a distanza di 50 anni dalla sua costruzione – costituisce un riferimento sempre più significativo per chi si occupa dei temi della costruzione e della trasformazione della città contemporanea e dell’opera di Mies van der Rohe.

Quasi assente dalle storie e dalla pubblicistica architettonica – fatto davvero singolare – l’opera dei due maestri del Movimento Moderno ha registrato in tempi recenti sempre maggiori consensi e interessi grazie alla crescente consapevolezza del ruolo e del significato che l’intervento di Lafayette Park riveste, come modello, sul piano della risposta ai problemi oggi ritenuti decisivi quali il rapporto con il verde, la riduzione del traffico veicolare, la varietà abitativa, l’attenzione all’utilizzo di energia e la capacità di costruire luoghi provvisti di identità.

In Lafayette Park è importante il rapporto complementare che lega i due grandi Ludwig dell’architettura: lo studio della città e la messa a punto di modelli per la nuova architettura da parte di Hilberseimer e la straordinaria capacità di Mies van der Rohe di dar forma compiuta e precisa all’architettura.

Intervistato sulla sua opera, Mies van der Rohe affermò “Parlando del progetto per Detroit, penso che avremo una grande influenza sulle nuove pianificazioni. Vedrà.” A 50 anni di distanza, certo un po’ tardivamente, è lecito sperare che queste parole possano iniziare ad avere effetti concreti sulle trasformazioni oggi indispensabili per l’adeguamento delle città.

mostra itinerante prodotta da Politecnico di Milano
con il patrocinio di Ordine Architetti P.P.C. della provincia di Milano
Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti P.P.C.
Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. Architects’ Council of Europe
progetto e allestimento a cura di ARCOSTUDIO